DACIA, UN MARCHIO ESTREMAMENTE REDDITIZIO MA CHE NON ESISTEREBBE SENZA RENAULT

Che Dacia sia un fenomeno del mondo dell’automotive è  ormai chiaro a tutti, in un’intervista Denis Le Vot, il numero uno mondo del marchio spiega come mai e perché Dacia sia diventato un brand di successo in Europa,  parla di  “design to cost”, vale a dire di progettazione intelligente dell’auto e di come pur ampliando l’offerta e cambiando l’identità visiva, DACIA rimane fedele a DACIA  a quel concetto di auto essenziale, ma oggi anche cool.

Con la Renaulution De Meo  ha riservato un posto speciale per Dacia, dividendo il due brand e creando una strategia che avrebbe consentito di affrontare gli sconvolgimenti futuri.

La scelta di Dacia prima di tutto è stata realistica: non c’è bisogno per ora di conquistare tutto il mondo, ma l’Europa per ora ci basta.  Utilizzando una piattaforma unica ha  messo sul mercato ben tre modelli Sandero, Duster e Jogger, e tra poco ci sarà anche il Bigster un Suv di 4,60 mt, abbattendo i costi e rimanendo competitivi. L’obiettivo di Dacia è quello di conquistare il segmento C, un mercato di 2,5 milioni di auto, un’intero paese straniero.

 

IL CLIENTE DACIA

Il cliente DACIA è un cliente che si fidelizza, che ricompra DACIA.

Inoltre il fenomeno dell’aumento dei prezzi sul mercato delle auto nuove, che non è proporzionale al potere d’acquisto degli stipendi, ha reso Dacia ancora più appetibile.

Tutto questo non vuol dire che Dacia sia un prodotto low cost, anzi il nuovo rebranding va a sottolineare  che l’auto Dacia è essenziale, ma cool, che incarna l’outdoor e  lo spirito avventuriero ed è per questo robusta e affidabile, è un’auto per tutti come dice nell’ultimo spot registrato del  nuovo Duster.

Un rebranding quello di Dacia che insieme a quello di Renault ha dato forza e identità alle auto che rappresenta e alla filosofia che c’è dietro.

Quando Gilles Vidal (l’ex designer di Peugeot) è entrato a far parte del gruppo Renault, ho fatto una chiacchierata con lui e gli ho chiesto quale fosse la sua visione del marchio Dacia. – ha raccontato Denis Le Vot –  La sua risposta è stata chiara:  secondo lui, ci sono i veri marchi iconici sul mercato, come Ferrari e Rolls-Royce, e poi c’è un enorme ven- tre molle dove coesistono numerosi marchi. Se uno di essi scomparisse, non cambierebbe il volto del merca- to. Poi, sotto, c’è Dacia che, pur non essendo iconica, non potrebbe scomparire senza sconvolgere il volto del mercato. Dacia ha trovato il suo posto”.

I NUMERI

Lo scorso anno sono state vendute 660.000 auto, con il nuovo Duster e l’uscita del Bigster e le vendite di Renault si stima che si potrà raggiungere i 2 milioni di auto.

Dacia è estremamente redditizia, ma non esisterebbe senza Renault. La regola vincente è che si è stabilito una strategia per cui ogni marchio ha il suo posto e non crea valore a spese dell’altro.

“Ci chiedono spesso del nostro piano di elettrificazione e della nostra strategia di decarbonizzazione, perché è vero che vendiamo ancora molte auto a combustione. In primo luogo, vendiamo molti motori a GPL, che rappresentano un terzo delle nostre vendite, e ibridi, che ci permettono di ridurre l’impronta di carbonio delle nostre vendite. – spiega De Vot- In secondo luogo, la strategia del Gruppo prevede che sia Renault ad essere all’avanguardia nelle nuove tecnologie, non Dacia, ma questo non significa che non intensificheremo la nostra spinta elettrica. La prova è che abbiamo lanciato la Spring e che produrremo una versione elettrica della Sandero. Infatti, grazie alla Spring, il 19% delle nostre vendite in Francia sono elettriche, rispetto al 17% del mercato”.

 

 

 

 

Postato il 10 aprile

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